Ad otto anni dalla sua ultima mostra fotografica a Roma “Urban Solitude” offre una visione ampia e variegata dello sguardo di Wenders sulla realtà: Wenders infatti, oltre ad essere un importante e apprezzato regista, è anche fotografo.
Focus principale è il tema del paesaggio: la fotografia assume un ruolo fondamentale nella descrizione di atmosfere sospese, nella realizzazione di immagini di luoghi desolati o di scenari urbani che subiscono gli effetti del tempo. La fotografia, rigorosamente analogica, è per Wenders uno strumento per fissare, catturare e preservare una realtà dalla quale l’uomo si sta progressivamente allontanando rapito dalla virtualità dell’epoca contemporanea e favorito dall’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.
Esposte a Palazzo Incontro 25 fotografie sul tema del paesaggio urbano, caro all’artista, che si intreccia con quello della memoria: ogni immagine emana una sensazione di nostalgia e di desolazione, ma anche di naturale calma e bellezza, e racchiude storie passate e azioni dell’uomo ‘percepite’ nell’assenza che l’artista inquadra. Le opere esposte sono accompagnate sia da testi che da haiku dell’artista, che immortalano anche il suo pensiero così come le immagini.
Informazioni, orari e biglietti
Focus principale è il tema del paesaggio: la fotografia assume un ruolo fondamentale nella descrizione di atmosfere sospese, nella realizzazione di immagini di luoghi desolati o di scenari urbani che subiscono gli effetti del tempo. La fotografia, rigorosamente analogica, è per Wenders uno strumento per fissare, catturare e preservare una realtà dalla quale l’uomo si sta progressivamente allontanando rapito dalla virtualità dell’epoca contemporanea e favorito dall’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.
Esposte a Palazzo Incontro 25 fotografie sul tema del paesaggio urbano, caro all’artista, che si intreccia con quello della memoria: ogni immagine emana una sensazione di nostalgia e di desolazione, ma anche di naturale calma e bellezza, e racchiude storie passate e azioni dell’uomo ‘percepite’ nell’assenza che l’artista inquadra. Le opere esposte sono accompagnate sia da testi che da haiku dell’artista, che immortalano anche il suo pensiero così come le immagini.
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